Sarcomi dei tessuti molli: il trattamento pre-operatorio combinato, chemio-radioterapico, è più efficace e tollerabile

Lo studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, dimostra che un programma di chemio-radioterapia integrata pre-operatoria ha un effetto maggiore, anche nei confronti delle recidive, su pazienti di qualsiasi età e con una tollerabilità più alta.

Milano, 2 ottobre 2015 –  Una nuova strategia terapeutica, più efficace e più tollerabile, per i malati di sarcoma dei tessuti molli che devono sottoporsi a intervento chirurgico: la suggerisce uno studio condotto dal dottor Alessandro Gronchi, referente chirurgico della patologia dei Sarcomi dell’Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con un team italo-spagnolo. La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Oncology, ha dimostrato che la somministrazione di tre cicli di chemioterapia, anche in combinazione con la radioterapia, in fase pre-operatoria, ha garantito risultati ottimali su tutti i pazienti – appartenenti a diverse fasce d’età – inseriti nel percorso sperimentale. Questo programma, infatti, ha l’effetto di erogare in un tempo minore – rispetto all’approccio che prevede anche cicli di terapia post operatoria – il miglior trattamento oggi disponibile, e ciò massimizza il controllo locale della malattia, l’esito funzionale e le chance di  guarigione, minimizzando al contempo gli effetti indesiderati tipici della chemio.

Abbiamo valutato nel dettaglio la tollerabilità dei tre cicli di chemioterapia somministrati pre-operatoriamente, tenendo anche conto delle diverse fasce di età, e la fattibilità del trattamento chemio-radioterapico concomitante nei pazienti che erano stati candidati a un trattamento radioterapico pre-operatorio – spiega il dottor Gronchi  -. In questo modo abbiamo dimostrato che, nonostante molti pazienti abbiano riportato l’attesa tossicità ematologica nel corso della chemioterapia con riduzione del numero dei globuli bianchi, delle piastrine e dell’emoglobina, complessivamente l’intenso trattamento chemioterapico somministrato è stato molto ben tollerato. È stato infatti  interrotto solo in una minoranza di pazienti (6,6%).

Anche le riduzioni della dose di chemioterapia, per effetti indesiderati nel corso dei tre cicli, si sono registrate in un numero limitato di casi (15,2%)”.

Gronchi aggiunge: “Questi risultati ottimali sono stati ottenuti anche nei pazienti più anziani, oltre i 65 anni, e in ogni caso l’associazione fra chemio e radioterapia ha permesso di massimizzare il risultato del trattamento preoperatorio a livello locale, senza perdere l’efficacia generale della chemio sulla riduzione del rischio di metastasi”.

Gli studi in questa direzione proseguono, e il prossimo passo sarà valutare se la cura dei  diversi sottotipi istologici nella famiglia dei sarcomi può risultare ancora più efficace attraverso una chemioterapia personalizzata, rispetto a quanto già emerso dallo studio appena concluso, che si basava ancora sul trattamento standard. In tal senso, un nuovo trial è attualmente in corso in Italia, Francia, Spagna e Polonia: il reclutamento di 500 pazienti si concluderà entro il prossimo anno.

Cs 02_10_2015 studio sarcomi tessuti molli

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