Vacanze a prova di incontinenza

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Consigli pratici degli esperti per affrontare serenamente un viaggio estivo e per non far pesare i disagi legati a questo disturbo, che in Italia affligge oltre 4 milioni di persone, di cui oltre 3 milioni sono donne.

L’incontinenza urinaria non va in vacanza, anzi può trasformarsi in un vero e proprio problema per chi si appresta ad affrontare un viaggio e, purtroppo, spesso si vede costretto a rinunciare a muoversi da casa. Molte persone però non sanno che, con piccoli accorgimenti, è possibile affrontare al meglio la partenza senza dover incappare in situazioni imbarazzanti o di difficile gestione durante la vacanza. “Il problema è serio, ma va affrontato in modo sereno”, consigliano gli specialisti della Fondazione italiana continenza, che indicano suggerimenti pratici, piccoli accorgimenti e l’utilizzo di ausili per superare il disagio e affrontare il viaggio più tranquilli.

“L’uomo può utilizzare degli ausili assorbenti specifici oppure indirizzarsi verso altri presidi, soprattutto nel caso in cui l’incontinenza sia di notevole entità. Il più usato è l’urinalcondom, una sorta di preservativo autocollante che viene raccordato a un sacchetto cosciale di raccolta per l’urina” spiega Giusi Gibertini, componente del Comitato Scientifico della Fondazione italiana continenza e coordinatrice infermieristica della struttura complessa di Neuro-Urologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria – Città della Salute e della Scienza di Torino. “Di facile utilizzo è indicato per problemi di urgenza minzionale e/o di una aumentata frequenza ad avere lo stimolo. Il catetere a permanenza invece, può essere indicato per incontinenza grave e mantenuto anche per tutto il periodo di vacanza, utilizzando un sacchetto da gamba per l’urina (quando si portano i pantaloni), un sacchetto a marsupio (quando si portano i pantaloncini), oppure anche solo un tappo apposito, (quando si indossa il costume da bagno)”.

Diverso invece l’approccio al problema per le donne, che devono utilizzare altri tipi di ausili. “Le donne possono utilizzare ausili assorbenti oppure un catetere a permanenza. Nel caso dell’incontinenza lieve, è sufficiente utilizzare un ausilio molto più assorbente di quello usato normalmente, in grado di sostenere lo svuotamento dell’intera vescica, come ad esempio le mutande assorbenti elasticizzate tipo pull-up dotate di un grado di assorbenza massimo. Nel caso di incontinenza gravissima si può utilizzare un catetere come nell’uomo”.

Per arrivare all’estate senza problemi o per non trovarsi impreparati in vacanza, la riabilitazione può essere di grande aiuto. “Effettuare una corretta rieducazione permette alle persone con incontinenza da sforzo e/o da urgenza di gestire le situazioni ‘scomode’, quelle che potrebbero creare imbarazzo e difficoltà” aggiunge Elena Bertolucci, fisioterapista dell’Unità Spinale e dell’ambulatorio di Uroriabilitazione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria – Città della Salute e della Scienza di Torino componente del Comitato Scientifico della Fondazione italiana continenza. “Nell’incontinenza da sforzo è essenziale conoscere il proprio pavimento pelvico per capire quando è il caso di contrarre i muscoli per gestire, durante gli sforzi, l’aumento della pressione all’interno dell’addome che può provocare le perdite d’urina. Durante il cammino può essere utile rallentare o fermarsi un attimo per riuscire a contrarre più efficacemente i muscoli del pavimento pelvico. Un ausilio assorbente, più sottile se si è in costume in spiaggia e magari usando un pareo, può essere d’aiuto anche dal punto di vista psicologico per sentirsi a proprio agio. Anche l’incontinenza da urgenza è gestibile, in buona parte, tramite una buona conoscenza del proprio pavimento pelvico e un corretto lavoro di riabilitazione. Esercitare una valida contrazione quando sopraggiunge lo stimolo consente di diminuirne l’entità e di posticipare il momento della minzione. Utilizzare un ausilio assorbente, ad esempio nel caso di un lungo viaggio in autobus, consente di sentirsi meno ‘a rischio’ e più protetti”. Bertolucci spiega: “L’uomo che soffre di incontinenza ha, generalmente, subito un intervento di prostatectomia radicale e quindi anche in questo caso prendere consapevolezza del proprio pavimento pelvico permette alla persona di autoregolarsi e contrarre quando deve, acquisendo, in questo modo, sempre maggior controllo del proprio corpo. Così come la donna anche un uomo può ricorrere, e non solo in vacanza, a presidi assorbenti, utili sia per gestire le fughe d’urina che come ‘sicurezza psicologica aggiuntiva’. Non bisogna dimenticare che l’utilizzo degli ausili assorbenti deve essere sempre commisurato al reale bisogno individuale per non “sovradimensionare” la protezione e, di conseguenza, diminuire l’attenzione. In vacanza, però, è giusto concedersi qualche tutela in più per poter godere appieno e senza troppi patemi il meritato riposo”.

La Fondazione italiana continenza, ente senza fini di lucro, nasce nel 2000 e si propone di far conoscere all’opinione pubblica le tematiche dell’incontinenza, di identificare i bisogni dei pazienti e le possibili soluzioni, di contribuire al miglioramento della loro qualità di vita e al superamento degli aspetti più critici della patologia. Inoltre, la Fondazione italiana continenza vuole contribuire a migliorare l’educazione sanitaria dei cittadini in materia di incontinenza, contribuire alla preparazione degli operatori sanitari e sostenere il principio della qualità dei servizi delle strutture sanitarie in termini di prevenzione, riabilitazione e cura. Oltre a promuovere la ricerca, l’istituzione di figure professionali specifiche e la sperimentazione scientifica, la Fondazione italiana continenza vuole svolgere un ruolo attivo in qualità di interlocutore del Ministero della Salute, delle Regioni e delle altre istituzioni governative, per tutti i temi relativi a incontinenza urinaria e fecale.
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