Tariffa notturna, Federfarma Lombardia: il ricorso del Codacons inutile e fuori bersaglio

Milano, 15 gennaio 2018 – «L’inutile ricorso del Codacons al Tar Lazio sulla tariffa notturna delle farmacie farà soltanto sprecare tempo ai giudici. Si intasano i tribunali di cause che servono soltanto a fare notizia e poi ci si indigna perché in Italia i tempi della giustizia sono così lunghi». E’ il commento della presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, al comunicato con cui l’associazione dei consumatori ha annunciato nei giorni scorsi di aver impugnato il decreto ministeriale che dal 9 novembre scorso ha aumentato da 3,87 a 7,50 euro il cosiddetto “diritto addizionale”, ossia l’onorario dovuto alle farmacie per la dispensazione di farmaci con ricetta medica durante il servizio notturno a battenti chiusi.

«La polemica del Codacons è inconsistente» spiega la presidente Racca «perché l’assistito non paga se la ricetta è in regime di Ssn ed è stata prescritta dalla Guardia medica, dal Pronto Soccorso o da un medico di famiglia che ne ha certificato il carattere di urgenza. E non paga nel caso in cui la farmacia svolga il servizio notturno a battenti aperti, cioè con la saracinesca alzata, una modalità sempre più diffusa da quando nel 2012 sono stati liberalizzati gli orari di apertura». In sintesi, quando c’è bisogno urgente di un farmaco il cittadino non deve versare alcun diritto addizionale; se l’urgenza invece non c’è, paga oppure torna l’indomani nel normale orario di apertura.

Ma il ricorso del Codacons sbaglia bersaglio anche laddove sostiene che l’aumento non è proporzionato alla rivalutazione dell’onorario professionale del farmacista. «L’associazione» obietta la presidente Racca «sembra dimenticare che la tariffa è stata aggiornata nel novembre scorso a quasi 25 anni dall’ultimo adeguamento, risalente al ’93, quando il diritto addizionale ammontava a 7.500 lire circa. Se il Codacons si prendesse la briga di consultare i coefficienti Istat, scoprirebbe che soltanto in termini di potere d’acquisto 7.500 lire del 1993 corrispondono a circa 6,5 euro di oggi. E l’euro in più basta a malapena a coprire l’incremento tendenziale dei costi fissi e dell’onorario».

Per finire, il Codacons prende perfino un colossale abbaglio quando sostiene che il decreto sulla tariffa notturna determinerebbe una disparità nei confronti dei consumatori che ricorrono alle parafarmacie e alla gdo, cui non è chiesto il pagamento dei diritti addizionali. «E’ evidente che non si sa di che si parla» conclude la presidente Racca «innanzitutto la tariffa notturna riguarda soltanto i farmaci con obbligo di prescrizione, che sono venduti esclusivamente in farmacia. E poi parafarmacie e gdo non sono soggette all’obbligo del servizio notturno, che ricade sulle farmacie in virtù di una Convenzione con il Ssn. Dunque nessuna disparità di trattamento, checché ne dica il Codacons».

 

 

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