Solo puntando su generici e biosimilari si ottiene la sostenibilità dell’assistenza sanitaria in Europa

Questo il messaggio cardine della XIX Conferenza annuale della European Generic medicines Association (EGA) in svolgimento ad Atene. “E’ fondamentale che le aziende produttrici di generici e biosimilari, che assicurano posti di lavoro tecnicamente qualificati e know how, debbano restare in Europa, contribuendo positivamente al benessere dei pazienti e della società nel suo complesso” dice la presidente dell’EGA Gudbjorg Edda Eggertsdottir

 

Atene, 14 giugno 2013 – E’ fondamentale che le aziende produttrici di generici e biosimilari, che assicurano posti di lavoro tecnicamente qualificati e know how, debbano restare in Europa, contribuendo positivamente al benessere dei pazienti e della società nel suo complesso e sviluppando competitività e innovatività di un settore industriale strategico. Questo l’indirizzo rivolto da Gudbjorg Edda Eggertsdottir, presidente dell’EGA (European Generic medicines Association), ai delegati presenti alla XIX Conferenza annuale dell’Associazione in svolgimento ad Atene. “L’EGA è pronta a collaborare con le autorità europee e nazionali per far sì che il concetto di produzione sostenibile trovi piena attuazione in Europa e si appella alla Commissione Europea perché consolidi nella sua politica industriale il ruolo centrale degli equivalenti e dei biosimilari nel nostro Continente e sulla scena mondiale” ha proseguito Eggertsdottir. D’altro canto, però, è  sempre maggiore il peso dei vincoli regolatori imposto all’industria farmaceutica, con le nuove normative europee – vigenti e in discussione – sulla contraffazione dei farmaci, la farmacovigilanza, le variazioni, la trasparenza e i trial clinici.  “Per il nostro settore è fondamentale che il decisore politico individui il giusto equilibrio tra i requisiti regolatori e la crescente pressione sui prezzi, per garantire una situazione sostenibile sul piano industriale” ha commentato Beata Stepniewska, Acting Director General dell’EGA. “Mentre vediamo che la spesa sanitaria europea  è scesa per la prima volta dal 1975 – dello 0,5% circa – resta una necessità stringente: promuovere la sostenibilità delle cure a lungo termine. I generici e i biosimilari rappresentano a questo proposito un tassello fondamentale  –  vista la pressione finanziaria cui sono sottoposti i  sistemi sanitari – dal momento che rappresentano una risorsa più economica ma, al contempo, di qualità” ha spiegato la presidente Gudbjorg Edda Eggertsdottir. È altresì fondamentale che i Governi europei  considerino i biosimilari come una chiave per ridurre la spesa sanitaria e allargare allo stesso tempo la platea dei pazienti trattati con terapie allo stato dell’arte. Infatti, uno studio dell’Istituto per la ricerca sanitaria e sociale (IGS) di Berlino ha mostrato che tra il 2007 e il 2020 in 8 Paesi europei si potrebbero conseguire risparmi cumulativi compresi tra 11,8 e 33,4 miliardi di euro. Un altro rapporto pubblicato il 12 giugno da Steven Simoens, docente di farmacoeconomia  della Katholieke Universiteit di Lovanio (Belgio), viene a supporto delle tesi illustrate nella Conferenza, sottolineando l’importanza di politiche che agiscono sulla domanda, mirate a medici, farmacisti e pazienti per garantire la sostenibilità dell’offerta di medicinali generici in Europa.

Il rapporto è scaricabile dal sito web della Katholieke Universiteit all’indirizzo:

http://pharm.kuleuven.be//pharma_care/documenten/Rapport%20generieken%20EGA%202013.pdf<http://pharm.kuleuven.be/pharma_care/documenten/Rapport%20generieken%20EGA%202013.pdf>

 

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