Più monitoraggio per prevenire le complicanze del diabete: possibili risparmi per la Sanità siciliana fino a 78 milioni di euro in 12 mesi

Prima tappa del roadshow “Contro il diabete gioco d’anticipo”: Istituzioni, esperti e associazioni a confronto per una più efficace e sostenibile gestione del diabete in Sicilia

  • Oltre il 50% dei 290mila diabetici siciliani è affetto da 2 o più patologie associate.
  • Glicemia, colesterolo, pressione arteriosa e microalbuminuria i parametri chiave che, grazie a una corretta gestione integrata, sono in grado di modificare i costi del diabete.
  • Diagnosi precoce e rapido avvio al trattamento gli altri fattori per governare la malattia e ridurre la mortalità, secondo uno studio realizzato dall’università di Roma “Tor Vergata”.

Palermo, 15 dicembre 2015 – Nel diabete controllo fa rima con risparmio: 27 milioni di euro è la cifra che il Sistema Sanitario Regionale (SSR) potrebbe risparmiare ogni anno, raddoppiando (da 1,4 a 3) il numero degli esami dell’emoglobina glicata per monitorare i livelli di glucosio nel sangue. Pressione arteriosa, colesterolo e microalbuminuria, gli altri esami chiave da potenziare per governare la malattia in maniera efficace e conseguire risparmi fino a 78 milioni di euro. Ciò grazie alla prevenzione delle complicanze e alla riduzione dei ricoveri ad esse associate che costano ogni anno alla Regione da un minimo di 200 euro in assenza di comorbilità a oltre 7.000 euro se il paziente ne ha sviluppate quattro. È quanto emerge da uno studio1 realizzato dal CEIS-EEHTA dell’Università di Roma “Tor Vergata”, presentato oggi a Palermo nell’ambito del workshop “Contro il diabete gioco d’anticipo”, promosso da AboutPharma and Medical Devices, con il patrocinio dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana. L’incontro rappresenta la prima tappa di un roadshow regionale, realizzato con il contributo di AstraZeneca, finalizzato ad analizzare esperienze di modelli organizzativi regionali e individuare priorità e strategie per ottimizzare la gestione integrata del diabete, coniugando efficacia clinica e sostenibilità economica.

Con una prevalenza del 6%, tra le più alte d’Italia e sopra la media nazionale (5,5%), la Sicilia destina ogni anno il 10% della spesa sanitaria, circa 900 milioni, alla cura del diabete, tra le voci più pesanti della sanità regionale. Dei 290.000 diabetici siciliani diagnosticati, il 50% è affetto da almeno 2 o 3 comorbilità come ipertensione, coronopatia, neuropatia, insufficienza renale, disturbi oculari. Condizioni che contribuiscono ad aggravare il carico sanitario del diabete. Se, infatti, i soggetti con solo diabete, pari al 13% del totale, generano il 4% della spesa complessiva, i pazienti con 2 o 3 comorbilità ne assorbono ben il 73%. Tutto ciò senza calcolare 1 miliardo di costi indiretti per perdita di produttività da assenza da lavoro e pensionamento anticipato.

Secondo lo studio di “Tor Vergata”, un diabetico costa al SSR in media oltre 2.300 euro l’anno per ricoveri ospedalieri, visite specialistiche e farmaci. Si va da 340 euro per cura del solo diabete a oltre 2.500 euro in presenza di due comorbilità, fino a 7.000 euro se le comorbilità sono quattro. In altri termini, 1 diabetico con quattro patologie associate costa alla Regione come 20 diabetici senza comorbilità. Queste ultime, responsabili anche di una peggiore qualità e aspettativa di vita. Con oltre 2.500 decessi l’anno per mancata prevenzione delle complicanze, il diabete rappresenta la 4a causa di mortalità nella popolazione siciliana, quasi il doppio rispetto alla media nazionale (5,2% vs 3%), e tra le prime cause di morte prematura tra le donne.

“Il diabete è stato posto al centro della programmazione sanitaria regionale degli ultimi anni, in considerazione del particolare impatto sul territorio siciliano”, ha dichiarato Giacomo Scalzo, Dirigente del Servizio “Programmazione Ospedaliera” del Dipartimento Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana“Il modello di gestione integrata, istituito con la legge 5/2009, concorre a rendere appropriata ed omogenea l’assistenza sul territorio e rappresenta un requisito fondamentale per una efficace prevenzione delle complicanze e il miglioramento dello stato di salute dei pazienti. Il passaggio più impegnativo è rappresentato dall’adozione e condivisione di un PDTA a livello regionale, basato su una forte centralità della persona e una completa integrazione fra medicina specialistica e territoriale, resa possibile anche grazie allo strumento della cartella clinica diabetologica informatizzata”, ha aggiunto Scalzo.

“La lotta al diabete ci vede fortemente impegnati nella Provincia di Palermo per ridurre la mortalità e il peso delle complicanze. La gestione integrata va in questa direzione perché favorisce la diagnosi precoce e consente di intervenire tempestivamente fin dall’inizio dai medici di famiglia insieme con il team diabetologico”, ha affermato Vincenzo Provenzano, Direttore Diabetologia e Malattie del metabolismo dell’Ospedale Civico Partinico e Presidente della Commissione Diabetologica della Provincia di Palermo. “Grazie alla gestione integrata che si avvale della cartella informatizzata nella quale, ad oggi, sono inseriti i dati di 56.000 pazienti, dal 2012 al 2014 la percentuale di persone con diabete di tipo 2 ben compensato è salita dal 46% al 52%. Abbassare di un punto l’emoglobina glicata significa ridurre del 35% il rischio di cecità, dialisi e ulcera al piede e del 15% la mortalità e la morbilità cardiovascolare”, ha aggiunto Provenzano.

“In Sicilia il numero dei diabetici potrebbe arrivare a 400.000, se consideriamo anche quel 40% di persone che hanno il diabete senza esserne consapevoli. Il medico di famiglia ha un ruolo centrale nell’identificazione dei soggetti a rischio e nella diagnosi precoce, ma anche nel seguire il paziente in maniera attiva lungo il percorso di cura, per garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi stabiliti e condivisi con il paziente”, ha dichiarato Luigi Galvano, Segretario regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. “Siamo consapevoli – ha aggiunto Galvano – che la formazione gioca un ruolo fondamentale ma ancor più strategici nel cambiamento sono l’uso di un linguaggio comune in una strategia di rete e la raccolta e condivisione dei dati clinici delle persone con diabete in maniera omogenea con i centri diabetologici di riferimento. I risultati potranno essere rafforzati soltanto potenziando la collaborazione tra le diverse componenti mediche e professionali, senza dimenticare il ruolo delle associazioni di volontariato che sono parte integrante della strategia di contrasto al diabete”.

1 Mennini FS, Marcellusi A, Viti R Aspetti economici nella corretta gestione del paziente diabetico, CEIS – Centre for Economic and International Study Economic Evaluation and HTA (EEHTA), Faculty of Economics, University of Rome “Tor Vergata“, 2015.

 

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Angela Del Giudice
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