Passione sub: immergersi con il diabete? Si può fare, grazie a “Diabete Sommerso”, oggi e domani nella piscina più profonda del mondo

Diabete Sommerso Onlus, Associazione da anni impegnata nell’educazione terapeutica e nel miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete tipo 1 attraverso la subacquea, torna con un nuovo corso rivolto anche a diabetologi e istruttori subacquei, per allargare il network di professionisti in grado di supportare le persone con diabete nell’approccio a questa disciplina sportiva. Allo studio nuovi protocolli per i diabetici di tipo 2.

 

Montegrotto Terme (PD), 24 marzo 2018 – Stretto monitoraggio dei valori della glicemia, opportuna modulazione della terapia e training specifico. Sono questi i tre elementi fondamentali del Protocollo messo a punto dall’équipe di diabetologi dell’Associazione Diabete Sommerso Onlus per consentire alle persone con diabete tipo 1 di praticare l’attività subacquea in sicurezza. Oggi e domani i volontari di Diabete Sommerso sono a Montegrotto Terme, presso Y40, la piscina più profonda al mondo, per un corso che si rivolge a diabetologi, infermieri di diabetologia e professionisti della subacquea oltre che a subacquei “ricreativi” con (o senza) diabete. L’obiettivo è promuovere il protocollo e abbattere totalmente quei tabù che negavano alle persone con diabete di fare immersioni con autorespiratore.

 

Abbiamo voluto far incontrare le figure professionali che ruotano intorno al subacqueo con diabete: operatori sanitari e istruttori subacquei”, spiega Valentina Visconti, Presidente Diabete Sommerso Onlus. “La nostra associazione lavora affinché sempre più persone con diabete possano godere del mondo sommerso in sicurezza e con il massimo controllo dei valori glicemici, superando preclusioni e pregiudizi che oggi non hanno più ragion d’essere.  Questo è possibile solo ‘formando i formatori’, ossia diabetologi, infermieri, medici dello sport e istruttori sub, affinché si allarghi quel network di professionisti in grado di supportare le persone con diabete che desiderano fare subacquea. Ringrazio Ypsomed Italia, piccola azienda di device impegnata nel sociale, che con il suo supporto incondizionato ha reso possibile anche quest’iniziativa. Uno dei prossimi obiettivi su cui stiamo lavorando è lo sviluppo di protocolli per diabetici di tipo 2”.

 

Nella due giorni di lavori, verranno fornite agli istruttori sub le nozioni di base sul diabete tipo 1 e le indicazioni per accompagnare in acqua allievi diabetici in tutta sicurezza. Il rischio a cui occorre essere preparati è soprattutto l’ipoglicemia che, se dovesse manifestarsi in immersione, potrebbe mettere a rischio la sicurezza del subacqueo. A questo proposito il protocollo prevede uno stretto monitoraggio glicemico ed eventuali azioni correttive per portare i valori glicemici entro livelli di sicurezza. Inoltre, è stato codificato un segnale gestuale che consente al diabetico di comunicare sott’acqua una possibile ipoglicemia. I diabetologi, invece, verranno introdotti al mondo della subacquea, per orientare i pazienti nell’autogestione della terapia insulinica in una situazione particolare come la pratica di questo sport, che può avere un’importante valenza educativa.

 

L’educazione terapeutica gioca un ruolo fondamentale nella cura del diabete: serve a guidare verso l’autogestione consapevole della propria condizione”, sottolinea Giovanni Careddu, medico diabetologo della ASL 3 Genovese e Coordinatore del Gruppo Italiano di Studio per l’Educazione sul Diabete (GISED) e docente del corso. Per una persona con diabete, vedere che con un buon controllo metabolico ottiene le performance sportive volute è una formidabile motivazione per curarsi nel modo migliore possibile. Un diabetico che si approccia alla subacquea, quindi, non solo imparerà un nuovo sport ma migliorerà anche la sua capacità di autogestione della patologia. È importante per i diabetologi affrontare queste situazioni di ‘vita reale’, oltre il proprio ambulatorio, perché rappresentano i contesti ideali in cui fare educazione terapeutica”.

 

In passato, il diabete era considerato una condizione che precludeva in modo assoluto l’attività subacquea”, evidenzia Paolo Della Torre, Specialista in medicina subacquea e iperbarica, docente del corso. “Oggi, grazie al protocollo di Diabete Sommerso, per i diabetici è possibile praticare questa disciplina in condizioni di sicurezza, a partire dall’iter necessario a ottenere la certificazione. Il Medico dello Sport/Medico Subacqueo dovrà integrare la visita di idoneità normalmente effettuata per ogni aspirante sub con la consulenza richiesta al diabetologo, che certificherà la capacità del paziente di tenere sotto controllo la glicemia, l’assenza di eventuali danni d’organo e di complicanze cardio-vascolari e renali del diabete. La visita, inoltre, dovrà essere l’occasione per sensibilizzare l’aspirante sub, riguardo l’importanza, al fine della pratica in sicurezza, di un corretto stile di vita e di un adeguato regime alimentare, aspetti sempre più imprescindibili per chiunque voglia approcciarsi alla subacquea”.

 

Tra i soggetti presenti al corso, in qualità di docenti, anche DAN (Divers Alert Network Europe), fondazione internazionale senza fini di lucro che conduce ricerche scientifiche per rendere l’immersione sempre più sicura, e PADI (Professional Association of Diving Instructors), la più importante agenzia didattica per la subacquea.

 

“La nostra organizzazione è da sempre sensibile alla protezione degli oceani e al miglioramento della qualità di vita dell’essere umano attraverso il contatto con la natura”, afferma Massimo Zarafa, Regional Manager Italy & Italian Switzerland PADI Europe, Middle East and Africa. “Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto portato avanti da Diabete Sommerso perché in linea con i 4 pilastri del cambiamento su cui si basa la nostra filosofia: salute degli oceani, tutela degli animali marini, supporto a persone e comunità, promozione del benessere indotto dall’attività subacquea. Tante sono infatti le persone che nella subacquea hanno trovato una preziosa risorsa per affrontare con rinnovata motivazione diverse malattie e avversità”.

 

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