#GyneconetMeeting: La secchezza vaginale un tabù per le donne in post-menopausa: colpisce 1 donna su 2, ma solo un ginecologo su 10 affronta l’argomento

Al via la 2° edizione del #GyneconetMeeting, 25-26 Novembre 2016

  • Discusso un vademecum per facilitare il dialogo medico/ginecologo e paziente
  • Oltre 150 professionisti della salute della donna al convegno ad Abano Terme promosso da Fidia Farmaceutici

Abano Terme, 25 Novembre 2016 – Imbarazzo e scarsa conoscenza di questa condizione cronica e delle terapie disponibili sono i principali motivi che frenano molte donne nel discutere con il proprio medico o ginecologo di secchezza vaginale, un disturbo diffuso che colpisce 1 donna su 2 in post-menopausa. Da una ricerca[1] risulta però che, in Italia, la maggioranza dei medici –ben 9 su 10 – tende a non affrontare l’argomento, sebbene il 75% delle donne si aspetti che sia il clinico a fare il primo passo.

Ne consegue l’importanza di sensibilizzare maggiormente il medico-ginecologo su patologie femminili diffuse, che impattano sulla qualità di vita della donna e sulla sua sessualità, focalizzando l’attenzione sulla necessità di instaurare un dialogo a due vie con la paziente. E proprio il rapporto ginecologo-paziente è stato il tema al centro della 2° edizione del “Gyneconet Meeting: quello che le donne non dicono”, convegno promosso da Fidia Farmaceutici con il supporto organizzativo di Medi K, in programma ad Abano Terme il 25 e 26 novembre.

Al convegno è stato infatti discusso un vademecum atto a migliorare l’approccio medico-donna in merito ai disturbi genito-urinari e funzionale anche a stabilire un adeguato percorso terapeutico.

Il rapporto medico/ginecologo-paziente influisce in modo sostanziale nel percorso di cura della donna, soprattutto quando si rileva una certa esitazione da parte della paziente a riportare problemi della sfera intima e sessuale. “Nel caso dell’atrofia vulvovaginale nelle donne in post-menopausa, in mancanza di un trattamento, non solo i sintomi, quali secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali, non scompaiono ma anzi, se non trattati, persistono in circa 1 donna su 2[2] e possono determinare un progressivo restringimento dell’apertura vaginale e perdita di elasticità, fino ad un peggioramento della dispareunia, disfunzioni sessuali e occlusione vaginale. Se si considera, inoltre, che 6 donne su 10 in post menopausa (fascia 45-64 anni), dichiarano di essere attive sessualmente, diventa ancora più importante trattare per tempo il disturbo” spiega il Dottor Claudio Gustavino, Direttore dell’Unità Operativa Ostetricia e Ginecologia dell’IRCSS A.O.U. San Martino di Genova.

Ma com’è possibile migliorare il rapporto medico/ginecologo-paziente? Quali sono i modelli e gli strumenti utili ad instaurare una comunicazione efficace?

“Conoscere le basi fisiologiche sottostanti i disturbi femminili, quali ad esempio l’atrofia vulvovaginale, l’incontinenza urinaria, i problemi della sfera sessuale, l’insonnia, è certamente importante per impostare il corretto trattamento, ma non è sufficiente: come raccomandato dalla stessa International Menopause Society, bisogna cercare di creare un contesto protetto, ma al contempo aperto al confronto, dove la donna può aprirsi ed esprimere i propri bisogni.” – afferma il Dott. Gustavino che aggiunge – “All’incontro abbiamo quindi messo in luce una serie di indicazioni atte a facilitare l’instaurarsi di una vera e propria alleanza con il medico-ginecologo, a tutto beneficio della salute della paziente.”

Vademecum per il medico-ginecologo in merito ai disturbi intimi femminili[3]

  • Intavola un dialogo sulla secchezza vaginale; in fase iniziale la donna potrebbe essere riluttante a discutere del problema.
  • Tieni a mente che fattori relazionali e sessuali possono manifestarsi con una sintomatologia vaginale fastidiosa.
  • Ricorda che anche le donne che usano la terapia estrogenica sistemica possono sviluppare sintomi vaginali.
  • Sii consapevole del fatto che alcuni sintomi urinari si verificano in concomitanza con atrofia vaginale e sono positivamente responsivi alla terapia estrogenica vaginale.
  • Incoraggia le donne a scegliere la terapia vaginale che sia più adatta a loro.

 

Fidia Farmaceutici

Fidia Farmaceutici S.p.a. è un’azienda italiana fondata nel 1946, leader mondiale nella ricerca e nello sviluppo nonché nella commercializzazione di prodotti a base di acido ialuronico e suoi derivati, che trovano diverse applicazioni in campo biomedico, in aree quali reumatologia, ortopedia, chirurgia, riparazione tissutale, dermatologia, pediatria e dermo-estetica.

Parte del gruppo milanese P&R Holding, Fidia Farmaceutici ha solide basi a livello nazionale: in Italia conta due stabilimenti produttivi, uno ad Abano Terme, dove ha sede la società, e l’altro a Noto, in Sicilia, con un giro di affari che supera i 250 milioni di euro, di cui oltre l’80% generato all’estero. Grazie ai suoi investimenti in ricerca è riuscita a costruire una lunga tradizione di prodotti innovativi, con oltre 600 brevetti al suo attivo.

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[1] Nappi RE Maturitas 2016

[2] Huang AJ, et al. 2010; 17: 121 – 126 / Freedman MA. Menopause Management. Vaginal pH, Estrogen and GenitalAtrophy. 2008

[3] International Menopause Society