52° Congresso Nazionale SIR – Malattie reumatiche: come migliorare diagnosi e terapie. La risposta è nei PDTA

Rimini, 26 novembre 2015 – Le malattie reumatiche sono patologie croniche e invalidanti considerate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la prima causa di dolore e disabilità in Europa con conseguenti ricadute sfavorevoli sulla società.

“Molti pazienti interessati da malattie reumatiche – afferma il Professor Mauro Galeazzi President Elected della Società Italiana di Reumatologia – subiscono un grave peggioramento della propria qualità di vita e in molti casi di una perdita della capacità produttiva. L’importanza della diagnosi precoce in reumatologia è confermata da un dato importante: se si considerano le malattie potenzialmente invalidanti, nel 10% dei casi si registra uno stato di invalidità lavorativa totale e permanente dopo soli due anni dall’insorgenza, nel 30% dei casi dopo 5 anni e nel 50% dopo 10 anni. La difficoltà nell’attuare una diagnosi precoce per carenza o mancanza di una rete assistenziale reumatologica accresce, dunque, la percentuale di severità di queste patologie”.

Dell’importanza di dare vita a una rete gestionale integrata per la cura delle malattie reumatiche e per garantire continuità dignostico-terapeutica-assistenziale ai malati che ne sono affetti si è discusso durante il 52° Congresso della Società Italiana di Reumatologia in corso a Rimini fino al 28 novembre.

“Le continue acquisizioni scientifiche della medicina richiedono una parallela evoluzione degli strumenti organizzativi sanitari per rendere accessibili, in modo equo a tutti i cittadini, le opportunità di salute, nel rispetto di regole che mantengano un corretto equilibrio con le risorse – continua Galeazzi – che devono tenere conto della consapevolezza del paziente del diritto alla salute”.

Il Sistema Sanitario  sviluppa gli obiettivi nazionali per i livelli essenziali di assistenza e regionali per la programmazione delle priorità e impiego delle  risorse. Nel tempo, gli approcci di gestione legislativa hanno proposto le necessità di budget e i sistemi di qualità per ottimizzare le performance. Il principio di appropriatezza, difficilmente riassumibile in univoca sintesi, si propone oggi a garanzia della continua evoluzione del sistema, che forse trova un punto critico nella capacità di motivazione degli operatori sanitari.

“A questo proposito, sarebbe necessario – aggiunge Galeazzi – attivare strumenti di ascolto e meccanismi capaci di individuare i reali problemi della popolazione nel territorio e fornire nel territorio stesso le soluzioni. Il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) sembra essere, attualmente, il migliore strumento per dare voce alla professionalità degli operatori sanitari e risposte concrete ed adeguate ai bisogni di salute dei cittadini.

E’, infatti, attraverso la definizione delle competenze e della presa in carico dei malati, secondo un orientamento organizzativo dettato dai problemi di salute della popolazione di un territorio, sempre meglio definibili nel tempo, che si può ottimizzare l’equilibrio fra obiettivi,  risorse e risultati. La figura di un moderno medico-manager può, così, avvantaggiarsi della possibilità di definire personalmente i propri ambiti, di concerto con i colleghi, in particolare per la presa in carico delle patologie croniche complesse”.

Il PDTA per la presa in carico dei malati di sclerodermia è stato presentato nel 2014 al Ministero della Salute con il documento congiunto coordinato dall’associazione di Cittadinanza Attiva, Associazione Nazionale malati Reumatici (ANMAR) e Società Italiana di Reumatologia (SIR) e declinato per la Regione Toscana dall’Associazione Toscana dei Malati Reumatici (ATMAR) con un documento presentato nel maggio 2015. L’Unità Operativa Semplice di Reumatologia della USL8 di Arezzo, diretta dal dottor Luciano Sabadini, in accordo con la UOC di Reumatologia della Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena diretta dal professor Mauro Galeazzi, e la disponibilità della Direzione Aziendale della USL8 nella persona del dottor Desideri, ha prodotto un progetto per l’attivazione del PDTA per la cura del malato di sclerodermia, concordato tra associazioni Scientifiche (SIR), associazioni di malati (ANMAR), Cittadinanza Attiva e Ministero della Salute, avallato dalla Regione Toscana. 

“Lo scopo – conclude Galeazzi – è quello di avviare un percorso che porti alla attivazione del PDTA per la sclerodermia che, partendo da Arezzo possa coinvolgere in primo luogo l’Azienda Sanitaria Sud Est e di seguito anche le altre due Aziende toscane. In questo modo i malati sclerodermici potranno essere assistiti in modo omogeneo ed efficace in tutta la Regione e in un futuro, auspichiamo anche sul territorio nazionale”.