52° Congresso Nazionale SIR – Lotta alle malattie reumatiche: SIR risponde con 5 progetti strategici di ricerca

Rimini, 26 Novembre 2015 – Cinque progetti di ricerca strategici per il periodo 2015-2019, targati Società Italiana di Reumatologia, dedicati ad alcune delle malattie reumatiche più temute dalla popolazione, considerate prioritarie dai reumatologi. Si tratta dei Progetti MITRA (artrite reumatoide), LIRE (lupus eritematoso sistemico), ATTACk (artropatie da microcristalli), SPRING (sclerosi sistemica) e ESORT (osteoartrosi), sulle cui fasi di sviluppo gli specialisti stanno discutendo durante il 52° Congresso della Società Italiana di Reumatologia, in corso a Rimini fino al 28 novembre.

Le malattie reumatiche rappresentano la metà delle patologie croniche di cui soffre la popolazione al di sopra dei 65 anni e la prima causa di dolore e disabilità in Europa (fonte OMS). In Italia si stima che ne siano colpite oltre 5 milioni di persone, soprattutto donne, di cui circa un quinto con forme gravi. Se non adeguatamente diagnosticate e trattate, queste patologie possono diventare altamente invalidanti, con gravi conseguenze sulla qualità di vita dell’individuo e sui costi diretti e indiretti della malattia.

In tal senso, la Società Italiana di Reumatologia è da sempre impegnata in campagne di sensibilizzazione e informazione, iniziative formative e progetti di ricerca scientifica volti a sottolineare l’importanza della diagnosi precoce in questo ambito terapeutico. «Su questa stessa linea, sono nati i cinque Progetti Strategici SIR 2015-2019 – spiega Marco Matucci Cerinic, Past President della Società Italiana di Reumatologia e responsabile dei Progetti -. Lo sviluppo di questi studi è affidato a una serie di responsabili scientifici, con il compito, tramite le risorse disponibili all’interno della SIR (gruppi di ricerca, centro studi ed esperti), di concepire, disegnare e concretizzare i diversi Progetti».

I Progetti Strategici SIR 2015-2019, quindi, hanno lo scopo di promuovere la ricerca clinica sulle malattie reumatiche nella fase precoce, obiettivo riconfermato tra le priorità dei prossimi anni durante il Congresso Nazionale in corso a Rimini.


I cinque progetti della Società Italiana di Reumatologia

 

MITRA – Methotrexate in Italian patients wiTh Rheumatoid Arthritis

Il progetto – diretto dai Professori Roberto Caporali dell’UC di Reumatologia dell’Università di Pavia, Policlinico S. Matteo, Florenzo Iannone dell’UO di Reumatologia dell’Università degli Studi di Bari e da Elisa Gremese della Divisione Reumatologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – si propone di descrivere la realtà italiana sul trattamento precoce dell’artrite reumatoide nella pratica clinica quotidiana, con particolare attenzione all’impiego del methotrexate. Le recenti linee guida EULAR, infatti, sottolineano l’importanza di una diagnosi e di un trattamento precoce dell’artrite reumatoide, identificando il methotrexate come un farmaco àncora, non necessariamente in monoterapia. Il progetto coinvolge i pazienti con diagnosi di artrite reumatoide che si trovano all’inizio di un primo trattamento convenzionale con i cosiddetti ‘farmaci di fondo’ (DMARDs –Disease-modifying antirheumatic drugs).

 

LIRE – Lupus Italian Registry

Il progetto – diretto dai Professori Gian Domenico Sebastiani dell’U.O.C. di Reumatologia dell’ Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, Andrea Doria dell’UOC di Reumatologia – Dipartimento di Medicina-DIMED dell’Università di Padova e Fabrizio Conti, Associato di Reumatologia presso l’Università La Sapienza di Roma – ha l’obiettivo di descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e sierologiche dei pazienti affetti da Lupus Eritematoso Sistemico (LES) in Italia. In particolare, lo studio coinvolge individui in trattamento farmacologico con terapia tradizionale e/o con farmaci biologici, con lo scopo di valutare l’efficacia e la sicurezza delle terapie attualmente in uso. Negli ultimi anni, i registri delle malattie reumatiche autoimmuni hanno suscitato un grande interesse nella comunità scientifica e non solo, favorendo la valutazione dell’impatto dei nuovi farmaci impiegati nella “real life”. L’estrema rigidità dei criteri di inclusione ed esclusione e dei protocolli terapeutici impiegati negli studi randomizzati controllati (RCT) non consente, infatti, di valutare in modo completo l’effetto di un farmaco utilizzato nella pratica clinica quotidiana; di conseguenza, non è possibile comprenderne i benefici o gli effetti collaterali in soggetti non selezionati e trattati per periodi più lunghi rispetto all’analisi.

 

ATTACk – Assessing of The diagnosis and TreAtment of Crystal-induced arthritis

Il progetto – diretto dal Professor Leonardo Punzi dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia – Dipartimento di Medicina DIMED dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova – si propone di valutare l’appropriatezza diagnostica e terapeutica nella gestione dei pazienti con gotta e artrite da pirofosfato di calcio (CPP). Le artriti da microcristalli (AMC), gotta e artropatia da pirofosfato di calcio (CPP), sono molto frequenti nella popolazione in generale. Importanti studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato che le AMC sono le artropatie infiammatorie più frequenti tra gli adulti, in particolare uomini, in crescente aumento anche tra le donne. Nonostante queste evidenze, le AMC sono spesso sottodiagnosticate e trattate in modo inappropriato con un impatto sostanziale sulla qualità di vita dei pazienti e sulla loro esposizione a eventi avversi. Il progetto ATTACk, quindi, si propone di creare la prima coorte prospettica di pazienti con AMC, dall’evento caratterizzante della malattia fino all’attacco acuto di artrite. Tale disegno consente di tracciare il percorso del paziente, analizzando la fase diagnostica iniziale, la scelta terapeutica e la gestione a lungo termine della malattia, individuando criticità di percorso e studiando i fattori prognostici e l’efficacia dei farmaci nella pratica clinica.

 

SPRING – Systemic sclerosis Progression INvestiGation

Il progetto – diretto dai Professori Clodoveo Ferri della Cattedra di Reumatologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e da Marco Matucci Cerinic – intende descrivere le caratteristiche cliniche, di laboratorio e strumentali dei pazienti affetti da sclerosi sistemica (SSc), in cura presso i centri ospedaliero-universitari e territoriali dedicati alla diagnosi e alla cura della malattia. Lo scopo principale è identificarne i fattori clinico-prognostici, dalle fasi iniziali pre-sclerodermiche alla malattia conclamata, al fine di creare un registro sulla patologia. La SSc è una malattia ad eziologia multifattoriale, in gran parte ancora sconosciuta, la cui incidenza e  prevalenza in Italia non sono state, ancora, sufficientemente indagate. Dal punto di vista terapeutico, si tratta di una delle malattie reumatiche più difficilmente trattabili, con una prognosi particolarmente complessa. La diagnosi precoce di sclerosi sistemica può risultare, quindi, decisiva ai fini della qualità di vita dei pazienti e della loro sopravvivenza. Al momento, però, non è disponibile un registro che raccolga i dati dei pazienti italiani affetti da questa malattia. È in questo contesto che si inserisce il progetto SPRING, nel quale la valutazione prospettica dei pazienti consentirà di descrivere accuratamente la storia naturale della malattia, dalle fasi precoci a quelle che interessano g
li organi e di identificarne i fattori di rischio e di evoluzione.

 

ESORT – Early symptomatic Osteoarthiris RegisTer

Il progetto – diretto dal Professor Alberto Migliore, dell’Ospedale S. Pietro di Roma – nasce per studiare la storia naturale dell’osteoartrosi (OA), dalle fasi precoci (pre-radiografiche), ai fattori di rischio di progressione, sino all’influenza delle terapie sugli outcome a lungo termine della malattia. Inoltre, intende promuovere, disegnare, coordinare e condurre uno studio di coorte internazionale sull’osteoartrosi precoce. L’osteoartrosi è una delle principali cause di morbilità e disabilità e comporta elevati costi socio-economici a livello globale. Anche in Italia questa malattia è diffusa e invalidante e colpisce una crescente fascia della popolazione. L’Osteoartrosi si sviluppa in genere nel corso di decenni, offrendo una lunga finestra di tempo per condizionarne potenzialmente la storia naturale. Con l’aumento dell’obesità e dell’età della popolazione è atteso in Italia un incremento della morbilità e dei costi attribuibili a questa patologia, per questo, è importante definirne e riconoscerne gli stati iniziali e sintomatici.